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MARCO GUBBINI

Semplice!

2013-10-24 16:54

Marco Gubbini

Musica, ronnie wood, steve cropper,

Semplice!

Uno dei motivi per cui vale la pena pagare la pay-tv è il “Ronnie Wood Show” che Sky Arte mi regala incastonato in una misera pausa pranzo. La storia

Uno dei motivi per cui vale la pena pagare la pay-tv è il “Ronnie Wood Show” che Sky Arte mi regala incastonato in una misera pausa pranzo. La storia del Soul, del Rock e del Blues raccontata dal chitarrista degli Stones e dai suoi ospiti, che questa storia l’hanno fatta, in una sorta di trasmissione radiofonica con perle di jam sessions live inedite e preziose. Si commenta un brano, Ronnie lo insaporisce con qualche grammo di Telecaster, a volte un pugno di armonica e la sua voce. Roca come tutte quelle che provengono da un apparato respiratorio, che se potesse raccontare tutto quello che ha visto passare davanti…

Oggi c’era Steve Cropper, che non è solo il chitarrista di celluloide dei Blues Brothers, ma anche quello che ha scritto brani che hanno segnato la musica. Vi dicono niente Sittin’ On The Dock Of The Bay oppure Midnight Hour? E Knock On Wood? Respect? Ecco, c’è il suo zampino.

Oggi Ronnie Wood era in adorazione. “Steve, ma come hai fatto a scrivere Midnight Hour?” gli fa. “Semplice. Ho seguito i pallini?”. “I pallini?”. “Si, i pallini”. “Ma quali pallini hai seguito?”. Steve guarda Ronnie come fosse un ingenuo bambino piccolo. Cioè… la leggenda dei Rolling Stones curioso come un bambino piccolo. Forse il segreto dei geni è proprio questo: rimanere curiosi a vita.
“Ronnie, quelli della tastiera della chitarra. Sono partito dal basso e… sù, accordi fino in cima. Però solo quelli nei tasti dove ci sono segnato i pallini. Ed ecco nato il riff. Mica la sapevo suonare bene la chitarra”.
E Knock On Wood? “Beh, ho fatto la stessa cosa, ma al contrario. Ho seguito i pallini dall’alto della tastiera verso il basso. Semplice no?”.

E come no? Semplicissimo. Si sa, anche nella musica tutto è meno complicato di quel che sembra. E’ anche semplicemente snervante vedere quell’omone di settantadue anni e centoventi chili, descrivere come un gioco da ragazzi la nascita di pietre miliari della musica.

Lo giustifico solo pensando che chi nasce con il dono della musica dentro, mica si rende conto! Tutto è semplice. Come un poeta, che in tre minuti gioca con una ventina di lettere e ne fa un capolavoro.
Come disse qualcuno (sorry, non ricordo il nome), laboriosità e virtù non servono a nulla. Niente può sostituire il talento.
Semplice no?