Ottobre 1982, interno aula. Quella lezione di religione prese subito una piega strana. Ci trovammo di banco, per una qualche ragione, io e Luca Biscontini. E quando accadeva, il parto di qualcosa di extrascolastico era inevitabile. Iniziammo a rimpallarci una pagina di quaderno a quadretti, che da vuota diventò subito densa di appunti e scarabocchi.
La scuola era iniziata da un mese, ma il pensiero era già alla gita di aprile. Costavano sempre di più quei viaggi, ma era impossibile rinunciarvi e l’idea venne naturale: una raccolta fondi da mettere in un salvadanaio per contribuire ad abbassare la quota. Come? Semplice. Utilizzando la nostra passione, la musica.
Così decidemmo di seguire l’esempio dell’anno prima, quello degli Elektra di Luca Campioni e Marco Angeli, con un problema: noi non eravamo mai saliti su un palco. Ma a 18 anni le cose che non si sanno fare, semplicemente si fanno lo stesso. E noi lo facemmo lo stesso.
L’organizzazione non fu un problema. Ci bastò chiedere il permesso alla preside, che ci guardò con sufficienza e disse: “Vedremo”. Per noi era un sì con lode. Prenotammo il teatro e demmo il via alla più grande operazione di marketing mai pensata nell’era pre social. Per qualche giorno ci diedero permessi di mezzora per correre ai vicini Istituti: i Geometri, le Commerciali, le Professionali. Persino le Scuole Medie di Corso Piave. A volte uscivamo a ricreazione, senza permessi e consapevoli che qualsiasi cosa fosse successa, un ritardo, un infortunio, questa avrebbe segnato la fine. La nostra e quella del nostro sogno.
Ora basta mettere l’evento su Facebook. I nostri social nell’anno 1982 erano invece corse forsennate per rientrare in tempo, prima che la campanella del Casimiri segnasse la fine della ricreazione.
Formammo un gruppo in tempi supersonici. Il reclutamento avvenne per passa parola e dopo qualche giorno ecco la batteria, il basso, due chitarre, la tastiera, e il sax. Tre le voci che si dovevano alternare, una maschile e due femminili. Le prove erano nel seminterrato del Liceo, poi più tardi ci spostammo al secondo piano di una fabbrica di ceramiche. Serate di sacrifici e sforzi al di là delle nostre possibilità artistiche, ma alla fine mettemmo insieme i pezzi giusti per uno spettacolo.
Fu così che nacque la Scientific Rock Band, l’ultimo nome rimasto in quella pagina di quaderno a quadretti che ci scambiavamo durante l’ora di religione. E la mattina del 21 dicembre 1982 verrà ricordata come l’inizio di un’epoca. Una sorta di sdoganamento della musica rock di gruppo in un istituto scolastico. Il battesimo del palco per nove ragazzi che sognavano un palco vero e lo ottennero grazie a pomeriggi e serate tolti al bar, agli amici e alla televisione.
La notte prima ero talmente teso che sognai tutto il concerto. Dal primo pezzo all'ultimo, l'ultimo ripasso personale. La sveglia suonò ad occhi già spalancati e la strada verso il teatro Don Bosco fu la più lunga che io ricordi. Poi salimmo sul palco, poi imbracciamo gli strumenti, poi si aprì il sipario, poi per la prima volta ecco un pubblico vero.
La maggiorparte di quei 250 studenti, alle 10 di quella mattina, entrò a teatro distratta con in testa solo la “leggerezza” per aver trascorso solo le prime due ore in aula. Ma quando partirono le prime note di “Chi ha paura della notte” della PFM… cambiò tutto. Quando le scale di quel palco, di questo palco, le facemmo per scendere, quando stringemmo tutte quelle mani che vennero a farci i complimenti a fine concerto… cambiò tutto. Per noi, per il Liceo e per la musica gualdese.
Dopo 28 anni, nel 2010, un libro sui 50 anni del Casimiri ci descrisse “acerbi, ma talentuosi”, “semidivinità”, “complesso di riferimento” e “l’unico residuo sfuggito al dileguarsi dei miti degli anni 70”. Insomma per dire che siamo andati a finire sui libri di storia. E se ci vai vuol dire che qualcosa l’hai fatto veramente.
Da quella mattina di dicembre dell’anno 1982, nessuno di noi si è più asciugato dall’inondazione di musica che ci colpì. Qualcuno di noi ne ha fatto un mestiere, per altri è un hobby quotidiano. A tutti è rimasta la passione e la consapevolezza di aver fatto la storia della nostra scuola. Uno di noi non c’è più ed è per lui e solo per lui, che la Scientific Rock Band ogni anno a Luglio si ritrova su un palco. Che non sarà più il primo, ma che ci regala sempre le stesse identiche emozioni.
© Marco Gubbini 2019