Il laboratorio è al terzo piano di una casa di Petroia, piccola frazione a sud di Gualdo Tadino. La stanza profuma dell’arcobaleno dei colori acrilici appoggiati su un tavolo dove spiccano decine di bozzetti. Siamo a casa di un’artista, che possiede uno dei talenti più affascinanti dell’essere umano: quello di saper creare con il pennello.
Giovanni Biscontini è un giovane illustratore gualdese, appassionato d’arte fin da piccolo, che dopo le scuole superiori prova a frequentare la facoltà di Lettere, ma che dopo si rende conto che il talento, quando ti chiama, ha un profumo irresistibile. Allora lascia Lettere e inizia a frequentare l’Accademia delle arti figurative e digitali “Scuola Internazionale di Comics” di Jesi, specializzandosi in illustrazione e grafica.
Vicino al tecnigrafo, Giovanni ci spiega cosa significa fare l’illustratore. “E un’arte particolare, perché sei sotto commissione e devi andare dietro ad una richiesta specifica. Certo, ogni illustratore ha il suo stile, ma devi entrare nelle storie che gli scrittori creano e spiegarle con un disegno”.
Diverso, molto diverso, dal pittore ‘anima sciolta‘ che può alzarsi la mattina e dipingere quel che gli passa per la mente. “Mi piace fare anche quello e ho fatto anche parecchie mostre, portando con me tavole illustrate, ma ho avuto sempre passione per gli illustratori”.
Giovanni ci fa vedere i libri di cui ha creato la copertina. “Mi sono avviato all’illustrazione grazie al mio amico Francesco Giubilei. Insieme abbiamo fatto una rappresentazione sulla Bastola nella Rocca Flea nel 2012. Sono state esposte una decina di mie tavole legate ad un suo libro, il mini concept “Bastola, la Signora del Fuoco” (editoriale ARPANet 2008 n.d.r.). Sempre lui mi ha presentato alla casa editrice Senso Inverso di Ravenna, che ora mi chiama uno o due volte al mese per illustrare pubblicazioni di artisti emergenti. Sono già arrivato a una quindicina di copertine”.
Anche se il lavoro dell’illustratore è diverso da quello del pittore, c’è un comune denominatore e non può essere che lo stesso di ogni artista: l’ispirazione.
“E’ fondamentale. Quando mi commissionano un lavoro, li avviso sempre che ci saranno tempi molto lunghi. Se non ho l’ispirazione non riesco a fare nulla e se mi mettono fretta è inutile iniziare. Loro lo sanno e sanno anche che faccio un altro lavoro (Giovanni è grafico di un’azienda locale - ndr) e mi lasciano fare. Poi nell’esecuzione sono abbastanza veloce e a volte lavoro anche di notte”.
L’illustratore è un camaleonte dell’arte, anzi, per dirla come uno degli insegnanti di Giovanni, è ‘un artigiano col buongusto’.
“Qualche volta gli autori vogliono uno stile definito, altre mi dicono ‘fai tu’. Siamo come falegnami a cui commissionano un mobile. Dobbiamo adattarci all’esigenza del cliente, cercando comunque di mettere noi stessi. Per questo non ho un artista particolare a cui mi ispiro. Ce ne sono tanti che fanno questo mestiere, ma se devo dirne uno che spicca non ce l’ho, anche perché a seconda del genere che mi chiedono di illustrare io vado ad attingere nel mio bagaglio culturale e personale, cercando di farla nel modo più personale possibile”.
Però forse un punto di riferimento c’è, ma non è un disegnatore. E’ uno scrittore. “Stephen King mi ispira un po’. Lui ha il talento e la facoltà di farmi immaginare certe sue scene. Uno non deve mica prendere ispirazione per forza da una cosa visiva. Può farlo anche da una lettura.”
“La soddisfazione più grande? Quando gli autori delle storie di cui illustro la copertina mi chiamano e mi dicono che non avrebbero mai saputo trovare una rappresentazione migliore per quello che hanno scritto. Il fascino di questo mestiere è che la prima cosa che vedi di un libro è la copertina. E’ quella che ti acchiappa, che ti chiama dallo scaffale della libreria. Ed è bello sapere che certi autori vivono di questo attimo magico”.
Ti sei mai cimentato con i fumetti?
“Sinceramente no. Lì devi essere come un regista. E devi essere bravo a disegnare i personaggi sempre uguali a se stessi, in ogni singola tavola. Io non ho fatto questa scuola. E poi non riesco a fare due cose uguali. A me piace spaziare”.
Giovanni Biscontini non è solo un illustratore. Si diverte anche con alter due nobili arti: il teatro e la musica. Suona con i Nova Celeste e con gli Essence Fall, gruppo rock con all’attivo tanti pezzi propri e un CD. Recita con la Filodrammatica Dialettale Gualdese, vero e proprio emblema della gualdesità.
“Teatro e musica sono due hobby che mi piace coltivare. Mi sento portato per entrambi e il contatto con il pubblico mi piace molto. Sembra un controsenso, dato che sono giudicato come timido e scontroso e chi mi conosce non se lo aspetta un Giovanni spigliato come lo è sul palco. L’incanto del palcoscenico però è proprio quello di poter interpretare un personaggio che non sei tu. A volte l’esatto contrario di chi sei nella realtà. E tutto ciò è affascinante”.
Ti senti più disegnatore, musicista o attore?
“Ti posso dire quello che mi piacerebbe fare: il disegnatore. Io sono comunque portato, di natura, ad un lavoro da libero professionista. Fare l’illustratore è la cosa che mi piace di più e che vorrei diventasse un lavoro. Per la mia formazione e per la scuola che ho fatto. So però che non è facile. C’è in giro gente bravissima e ci vuole tanta gavetta, tanto curriculum e ovviamente anche gli agganci giusti. Pensa che nella mia classe eravamo in sei e ora gli altri cinque fanno tutta un’altra cosa. Solo io ho continuato”.
Un artista completo Giovanni, un artista vero. Di quelli che magari ci sei in compagnia al bar e d’improvviso ti giri e non lo vedi più, perché è tornato nel laboratorio rapito da un’ispirazione improvvisa.
“Il bello di fare tutte queste cose è che ti alienano. Fai un disegno e diventi quel disegno. A teatro diventi chi interpreti. Sai, a me non piace essere timido e scontroso, ma mi hanno fatto così. Allora il disegno, ma anche la musica e il teatro sono una gran bella via d’uscita”.
'Io non sono cattiva, è che mi disegnano così’ diceva Jessica Rabbit. Guarda caso un personaggio illustrato che vorrebbe essere quello che non è, così come Giovanni vorrebbe non essere scontroso. Però… pensateci un attimo. Non esistono artisti veri che non siano un po’ introversi, schivi, riservati. Orsi con un anima di peluche. Impacciati che poi esplodono nella libertà delle loro espressioni artistiche.
Ecco, perché in questa nostra piccola città possiamo annoverare Giovanni tra gli artisti più veri e freschi. Un artista con cui parlare è un piacere, perché in ogni sua parola si possono scorgere e riconoscere le mille aspirazioni e i mille sogni che tutti i giovani devono avere, ma che, grazie al suo talento, lui può esternare nelle sue opere.
Con Giovanni ci salutiamo con il proposito di correre in libreria: esce il nuovo libro del nostro scrittore preferito e parliamo un attimo di qualche sua opera. Beh… lui, negli occhi, ha la luce che uno come lui deve assolutamente avere: quella tipica di chi sogna, un giorno, di poter disegnare la copertina di uno Stephen King.
© Marco Gubbini 2016
Pubblicato sul periodico Made in Gualdo n. 15 – aprile 2016