Stiamo vivendo un periodo fantastico, in cui insieme ai vocaboli e agli hashtag che fanno tendenza è comparsa una parolina magica, che fa sentire onnipotenti e novelli padreterni: “querela”. È letteralmente fantastico: si legge una notizia, si indossa il costumino da supereroe con la Q sul petto e via. “Vi querelo!!!”.
Sono passati oltre quattro anni dall’inizio dell’avventura di Gualdo News, ma se contiamo quelli passati in radio o in tv superiamo un “ventennio” (anzi, scrivo un ventunennio almeno vi tolgo dalla tentazione di sporgere querela per apologia di fascismo). Tantissimi anni a cercare di fare informazione nella maniera più corretta e onesta possibile, ma non c’è mai stato un periodo più burrascoso di questo. Sarà l’esagerata esaltazione elettorale, che è un po’ come le malattie esantematiche: becca i più piccoli, i novizi. O saranno i social, che rendono tutti guerrieri. Non so dirvi esattamente.
Fare informazione è la cosa più bella del mondo, ma è anche pericolosa. E la cosa affascinante, almeno per me, è che più è ‘pericolosa’, stimolante, saporita, più è bella.
Ecco perché è meraviglioso affrontare questo periodo in mezzo ad una selva oscura di serial killer, che come volti le spalle ti minacciano e come sbagli una vocale ti querelano. Non affronto volutamente lo sbaglio delle consonanti, perchè in quel caso si vorrebbe andare direttamente dal giudice senza passare dai Carabinieri. Come a Monopoli.
Calmatevi. Tutti. Lo dico per la vostra salute, perché la mia si rinforza e prende vigore ogni qualvolta mi arriva la parolina magica. Certe volte facciamo errori anche noi, saltiamo una vocale o capiamo una parola per un’altra. Altre volte, ma è sempre colpa nostra, non ci rendiamo conto delle corbellerie che scrivete in certi comunicati, le filtriamo male ed ecco il patatrac.
Succede. Semplicemente succede. Ma non per questo deve partire, istantanea, la minaccia. Pensate che tantissime volte siamo stati noi a salvare la zona posteriore bassa del corpo di qualcuno, scremando i comunicati di cui sopra non del loro contenuto, ma di frasi passibili di un paio di anni di carcere.
Certe volte può non andarvi bene quello che scriviamo. Altre volte non vi sono andate bene neanche le foto che mettiamo a corredo delle news!! O i titoli. Vi siete arrabbiati anche per quelli, perché “il titolo lo avrei fatto diverso, meno cattivo”. Tranquillizzatevi: avete scritto esattamente quello che abbiamo messo nel titolo. Non è mai successo il contrario e spesso mi piacerebbe pubblicare certe mail che riceviamo, in cui i verbi sono trattati come le caramelle Mou in bocca e la punteggiatura sembra gettata a caso, come quando mettete il sale nell’acqua che bolle.
Calmatevi. Tutti. E chiamateci prima di minacciare, perché tra la lettura e la minaccia, ci dovrebbe essere di mezzo il dialogo. Nel sito trovate i nostri nomi, trovate quello che abbiamo fatto e stiamo facendo nella vita e, pensate, anche le nostre facce.
P.S.: un giorno vi racconterò tutti gli episodi per i quali abbiamo ricevuto queste perle. C’è da ridere e le belle storie è giusto sempre raccontarle. Senza fare nomi e cognomi, altrimenti scatta la querela.
P.S. 2 : un saluto ai lettori. Nell'ultimo anno siete più che triplicati. Siete la nostra minaccia più bella.